
Terra crisalide fra due anni luce
testo di Tommaso Trini
Ci sono dipinti che ambiscono a formarsi sotto i nostri occhi, freschi di nascita o rinascita. Ciò vale, in particolare, per i quadri mutanti che Salvatore Provino va dipingendo nei suoi nuovi cicli vibranti di linee spoglie e puntute che fanno battere colori magri. Sono bluastri, verdoni, luminescenti, in una sorta di circolazione linfatica.
Primo, notiamo che le configurazioni che Provino dipinge come se risuonassero da qualche viola o chitarra, rispondono poco alla nostra abitudine visiva di reperire subito il davanti e il dietro, la destra e la sinistra, per fissare ciò che vediamo. Percepiamo invece il loro librarsi tra l’alto e il basso, il leggero e il pesante, come solitamente accade allorché ascoltiamo musiche o venti. Lo spazio pittorico di Provino non misura tanto le dimensioni, quanto piuttosto esalta la visibilità mentale di forze invisibili – come la gravità ad esempio.